domenica 16 febbraio 2014

I circoli Acli e i morsi della crisi

La crisi che viviamo, lo hanno richiamato più volte gli ultimi Pontefici, è crisi delle imprese (sia sul piano economico che finanziario), crisi del sistema bancario e crisi del debito degli stati, ma è anche  e soprattutto crisi sociale ed educativa.
Quale ruolo dell'autoorganizzazione dei cittadini nelle organizzazioni sociali?
Gianvincenzo Nicodemo



Le famiglie rischiano di perdere il proprio tradizionale compito sociale - tipico delle società mediterranee, di ammortizzatore sociale. Da un lato avviene che le famiglie trovino sempre più arduo affrontare da sole le difficoltà di coloro che non possono badare da soli a loro stessi (i più più piccoli, gli anziani, i portatori di handicap).

Dall'altro lato l'investimento dello Stato e degli Enti locali nelle politiche sociali è progressivamente andando riducendosi (e condinua a ridursi) da più di dieci anni. Questo avviene sia sul piano della riduzione dell'ammontare complessivo delle risorse disponibili, che dal versante dell'incapacità a far fronte agli impegni finanziari nei confronti degli enti di terzo settore, che erogano parte consistente di questi servizi.

La stessa 328/00, che con la programmazione dei Fondi (nazionali, regionali, territoriali delle Politiche sociali) delle risorse avrebbe voluto essere il punto di avvio di un grande programma di ammodernamento del sistema delle politiche di sostegno a chi non ce la fa è diventata il “canto del cigno” di un sistema che proprio dalla 328 in poi è in via di smantellamento.

Uno sguardo di speranza cristiana dentro questa situazione ci consente di tracciare alcune considerazioni sul ruolo che l’associazionismo - e l’associazionismo aclista - può assumere dentro questa fase difficile del paese.

Innanzitutto c’è un valore etico dello stare insieme in associazione, che si concretizza nel “socializzare l’incertezza”: scoprire che non si è soli ad affrontare i medesimi problemi di quotidianità, che non si è soli a vedersi trascinati verso il "border line". Lo spazio del circolo diventa spazio del confronto e della partecipazione.

Lo "stare insieme", lungi dall'essere la soluzione alla crisi, può essere il primo passo di una strategia che nella mutualità e nell'aiuto reciproco, apre strade che vedono l'associazionismo e le Acli riproporre prassi storiche e metodi nuovi. E' la logica del piccolo che produce grandi cose. E’ la rivoluzione del piccolo, dell’autoorganizzato, del mutualistico, della dimensione dello stare insieme.

E' lo stumento concreto di una centralità della persona declinata nei tempi che viviamo.

Una mutualità associativa che produce servizio sociale
Promuovere la mutualità è il compito dell'ora delle organizzazioni sociali e i circoli Acli si prestano, in questo, ad essere sentinelle. Non mi riferisco soltanto alla forma mutualistica della cooperazione nelle sue forme più tradizionali (consumo, lavoro, conferimento, bancaria, ecc).

Uno spazio di protagonismo - anche economico - per le Acli nelle città e nei quartieri è dato dalla promozione di mutue sul modello di quelle ottocentesche: se la spesa pubblica in materia di sanità, ad esempio, è destinata a decrescescere, bisogna che i cittadini si autoorganizzino per affrontare bisogni che potrebbero non essere più in futuro, soddisfatti.

Si pensi al costo delle cure dentistiche e alla incidenza della spesa di cura dei bambini più piccoli e della possibilità di realizzare gruppi di acquisto in questo senso. Siamo in grado, come corpi intermedi campani, di promuovere forme di mutualità in questo ambito?

La mutualità che possiamo promuovere è un metodo di azione sociale: va dalla promozione di gruppi di auto mutuo aiuto (si pensi, ad esempio, al bisogno di condividere i problemi della educazione per le giovani famiglie), alla promozione di gruppi di acquisto, ai nidi familiari, a forme di mutualità informale come gruppi di genitori che accompagnano a turno i propri figli a scuola, eccetera.

Se il fine è quello di sempre - la centralità della persona e della famiglia come società naturale - il metodo adatto al fine di questo tempo si chiama mutualità.

E le Acli?

Nessun commento:

Posta un commento